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Italian to French: Il mercato internazionale delle drogue (Report from Contromafie 2014) General field: Social Sciences
Source text - Italian Il mercato internazionale delle droghe
Sabato 25 ottobre - Dalle ore 15 alle ore 18, presso Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema, Via Milano 9 A
Il convegno ha affrontato il tema delle rotte del narcotraffico internazionale e dell’evoluzione del mercato delle droghe, alla luce della globalizzazione e della delocalizzazione della produzione.
Vincenzo Rosario Spagnolo, giornalista di “Avvenire” e scrittore, ha introdotto i lavori tracciando una ampia panoramica di questo tema attraverso dieci concetti chiave: narcotraffico, mercato, ragnatela, piramide, cartelli e cartelitos, raspachìn, muli, faraoni, riciclaggio, guerra.
Spagnolo ha descritto l’industria del narcotraffico come una piramide, che poggia su una larghissima base, a sua volta suddivisa in due metà: la prima è costituita dalla manovalanza, contadini, chimici, guardie armate che coltivano, raccolgono (i raspachìn), raffinano e proteggono le foglie di coca o il papavero da oppio, oppure i chimici che creano in laboratorio le droghe sintetiche. L’altra metà della base è invece rappresentata dagli spacciatori, che in America Latina vengono chiamati anche “mulos”. Al centro della piramide, ci sono gli intermediari: corrieri, faccendieri, funzionari corrotti. All’apice della piramide ci sono i “faraoni”, ossia i capi delle multinazionali della droga. I costi stimati relativi al narcotraffico sono di circa 300 milioni all’anno. Un boom del mercato pagato a caro prezzo anche in termini di criminalità, inquinamento ambientale, corruzione, riciclaggio, terrorismo (stragi, colpi di stato).
Franz Trautmann, del Trimbos Instituut di Utrecht, nel suo intervento ha identificato i nuovi trend del mercato e delle rotte della droga. Dal punto di vista dell’offerta – ha spiegato Trautmann – si assiste a un incremento delle droghe sintetiche (anfetamine) rispetto alle droghe “naturali” (cannabis, cocaina, eroina). Questo dipende soprattutto dalla facilità di produzione delle droghe sintetiche: aprire dei laboratori è più semplice che coltivare ampi appezzamenti di terra dedicati alle sostanze stupefacenti. Il fatto che i laboratori possano essere nascosti in qualunque edificio rende più difficoltosa l’attività di investigazione delle forze dell’ordine. Inoltre la produzione di droghe sintetiche si presta meglio alla delocalizzazione e accorcia le distanze fra luoghi di produzione e luoghi di consumo, eliminando così i costi di trasporto e il rischio di intercettazione durante il trasporto da parte delle forze dell’ordine. Infine le droghe sintetiche si integrano maggiormente nello stile di vita di una determinata fascia di giovani, circolano nei rave party e sono associate a un certo tipo di musica.
L’avanzare delle droghe sintetiche ha fatto emergere dei nuovi paesi produttori: Europa dell’Est e Russia, ad esempio, luoghi in cui per il clima è impensabile avere piantagioni di coca o di cannabis.
In relazione alle rotte, quella che passava per il Nord Europa è ormai quasi abbandonata, a vantaggio delle rotte che passano per l’Africa (ad esempio la Liberia, diventata crocevia di narcotrafficanti).
Trautmann si è infine soffermato sull’impatto delle politiche pubbliche, affermando che il proibizionismo è alla base dell’aumento della produzione e del consumo di droga e che è sostanzialmente alla base dei traffici illeciti di droga.
Franco Maisto, Presidente del Tribunale di Sorveglianza dell’Emilia Romagna, ha basato il proprio intervento sulle attività investigative delle forze dell’ordine. Ha evidenziato le caratteristiche del traffico illecito delle droghe: dinamismo (diversificazione dei traffici); competitività; innovazione (uso di internet, creazione di nuove sostante sintetiche in laboratorio), superamento delle divisioni nazionali, linguistiche ed etniche; aggregazione di più gruppi criminali accomunati da un obiettivo; diversificazione delle rotte. Ha poi spiegato le differenze di produzione e distribuzione legate a cocaina, eroina, canapa indiana, droghe sintetiche (ATS). In particolare riguardo al traffico di cocaina, Franco Maisto si è soffermato sull’influenza crescente che le organizzazioni criminali (in questo caso la ‘Ndrangheta) hanno su questo mercato, anche a causa della corruzione.
Salvatore Veltri, responsabile SOT Agenzia delle dogane aeroporto Caselle di Torino, ha illustrato l’attività di intelligence e di investigazione fatta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nelle fasi di controllo di persone e merci all’arrivo n Italia attraverso porti, aeroporti, valichi terrestri. Negli ultimi anni l’Agenzia ha svolto anche attività di tipo extratributario come il controllo e la gestione delle merci “sospette”. Parlando delle tecniche utilizzate dall’Agenzia per l’intercettazione dei carichi in queste zone (nel porto di Gioia Tauro circolano annualmente circa 3.2 milioni di container), Salvatore Veltri ha descritto come avvengono le visite nei container e lo strumento degli scanner.
Infine Stefano Fumarulo, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia e referente Messico per Libera International, si è soffermato sulla drammatica situazione in Messico additando il paese come uno degli esempi più fallimentari di lotta al narcotraffico. La cosiddetta “guerra al narcotraffico” condotta dai vari presidenti che si sono succeduti alla guida del paese hanno in realtà esacerbato le lotte fra cartelli e fazioni criminali, determinando la morte di decine di migliaia di persone e una corruzione endemica che è penetrata nel cuore di quasi tutte le istituzioni.
Fumarulo ha poi illustrato la campagna lanciata lo scorso anno da Libera “Pace per il Messico. Messico per la pace”, nata con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed europea sulla situazione drammatica di assenza di legalità e certezza del diritto che si vive in Messico. E in relazione alle morti di innocenti, ha ricordato l’episodio della scomparsa di 43 studenti desaparecidos dell’Universitá per maestri rurali di Ayotzinapa, nello stato del Guerrero. Il 26 settembre 2014 gli studenti sono stati sequestrati dalla polizia della cittá di Iguala in collusione i “Guerreros Unidos”, braccio armato legato al cartello narcotrafficante “Beltran Leyva”. Di loro non si è saputo più nulla.
Translation - French Le marché international des drogues
Samedi 25 octobre – de 15h à 18h, au Palais des Expositions – Salle Cinema, 9A rue Milano
La convention a abordé le thème des routes du narcotrafic international et de l’évolution du marché des drogues, à la lumière de la globalisation et de la délocalisation de la production.
Vincenzo Rosario Spagnolo, journaliste à « Avvenire » et écrivain, a introduit les travaux en traçant un large panorama de ce thème à travers dix concepts clés : narcotrafic, marché, réseau, pyramide, cartels et petits cartels, raspachìn (cueilleur de coca), mules, pharaons, recyclage, guerre.
Spagnolo a décrit l’industrie du narcotrafic comme une pyramide reposant sur une très large base, elle-même divisée en deux : d'un côté la main d'œuvre : paysans, chimistes, gardes armés qui cultivent, recueillent (les raspachìn), raffinent et protègent les feuilles de coca ou le pavot à opium, ou les chimistes qui créent en laboratoire les drogues synthétiques. L’autre moitié est quant à elle constituée des dealeurs, qui en Amérique latine sont également appelés « mulos ». Au centre de la pyramide se trouvent les intermédiaires : les coursiers, les trafiquants, les fonctionnaires corrompus. Au sommet de la pyramide trônent les « pharaons », les chefs de ces multinationales de la drogue. Les coûts du narcotrafic sont estimés à environ 300 millions par an. Un boom du marché qui se paye cher en termes de criminalité, de pollution de l’environnement, de corruption, de recyclage et de terrorisme (massacres, coups d’état).
Lors de son intervention, Franz Trautmann, de l’Institut Trimbos d’Utrecht, a identifié les nouvelles tendances du marché et des routes de la drogue. Du point de vue de l’offre – a expliqué Trautmann – on assiste à une augmentation des drogues synthétiques (amphétamines) par rapport aux drogues « naturelles » (cannabis, cocaïne, héroïne). Ceci est surtout dû à la facilité de fabrication des drogues synthétiques : il est plus simple d'ouvrir des laboratoires que de cultiver de larges parcelles de terre consacrées aux substances stupéfiantes. Le fait que les laboratoires peuvent être cachés dans n’importe quel bâtiment complique les investigations des forces de l'ordre. De plus, la production de drogues synthétiques se prête mieux à la délocalisation et raccourcit les distances entre lieux de production et lieux de consommation, éliminant ainsi les coûts de transports et le risque d’interception de la drogue par les forces de l’ordre. Enfin, les drogues synthétiques s’intègrent davantage au style de vie d’une certaine partie de la jeunesse, elles circulent dans les raves et sont associées à un certain type de musique.
L’avancement des drogues synthétiques a fait émerger de nouveaux pays producteurs. Par exemple, l’Europe de l’est et la Russie sont des territoires où le climat empêche la mise en place de plantations de coca ou de cannabis.
Concernant les routes de la drogue, celle qui passait par l’Europe du Nord est aujourd’hui presque abandonnée au profit des routes passant par l’Afrique (par exemple, le Liberia est devenu un carrefour du narcotrafic).
Trautmann a enfin souligné l’impact des politiques publiques en affirmant que la prohibition est à la base de l’augmentation de la production et de la consommation de drogue et qu’elle est, en substance, à la base des trafics illégaux de drogue.
Franco Maisto, Président du Tribunal de Surveillance d’Émilie-Romagne, a basé son intervention sur les activités d’investigation des forces de l’ordre. Il a mis en évidence les caractéristiques du trafic de drogues : dynamisme (diversification des trafics), compétitivité, innovation (utilisation d’internet, création de nouvelles substances synthétiques en laboratoire), dépassement des divisions nationales, linguistiques et ethniques, association de plusieurs groupes criminels réunis autour d’un objectif, diversification des routes. Il a ensuite expliqué les différences de production et de distribution liées à la cocaïne, à l’héroïne, au chanvre indien, aux drogues synthétiques (ATS : stimulants de type amphétamine). Concernant le trafic de cocaïne en particulier, Franco Maisto s’est arrêté sur l’influence croissante des organisations criminelles (dans ce cas la ‘Ndrangheta) sur ce marché, notamment à cause de la corruption.
Salvatore Veltri, responsable de SOT Agence des douanes à l’aéroport de Turin Caselle, a illustré l’activité d’intelligence et d’investigation exercée par l’Agence des Douanes et des Monopoles dans les phases de contrôle des personnes et des marchandises à l'arrivée en Italie dans les ports, les aéroports et sur les routes terrestres. Ces dernières années, l’Agence a également effectué des activités autres comme le contrôle et la gestion des marchandises « suspectes ». En parlant des techniques utilisées par l’Agence pour l’interception des chargements dans ces zones (environ 3,2 millions de containers circulent chaque année dans le port de Gioia Tauro), Salvatore Veltri a décrit les visites dans les containers et l’utilisation de scanners.
Enfin, Stefano Fumarulo, consultant de la Commission Parlementaire Antimafia et référent Mexique pour Libera International a rappelé la situation dramatique au Mexique désignant le pays comme un des exemples d’échec de la lutte contre le narcotrafic. La « guerre au narcotrafic » menée par les différents présidents qui se sont succédé à la tête du pays a en réalité exacerbé les luttes entre les cartels et les factions criminelles, entraînant la mort de milliers de personnes et une corruption endémique qui a pénétré presque toutes les institutions.
Fumarulo a ensuite illustré la campagne lancée l’année dernière par Libera « Paix pour le Mexique. Mexique pour la paix », née avec pour objectif de sensibiliser l'opinion publique italienne et européenne sur l'absence dramatique de légalité et de respect du droit qui sévit au Mexique. Par rapport aux morts innocentes, il a rappelé la disparition de 43 étudiants « desaparecidos » de l’école de formation des maîtres d’Ayotzinpa, dans l’état du Guerrero. Le 26 septembre 2014, les étudiants ont été séquestrés par la police de la ville d’Iguala en collusion avec les « Guerreros Unidos », bras armé du cartel de la drogue « Beltran Leyva ». Depuis, plus de nouvelles d’eux.
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