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Italian to French: Accattone di Pier Paolo Pasolini General field: Art/Literary Detailed field: Poetry & Literature
Source text - Italian Accattone, Pier Paolo Pasolini (1965)
Tutto bruciava. Il sole tenero della mattina di fine estate era come calce rovente. Una faccia bruciata alzò la scucchia coi due buchi sulle guance per la magrezza, e lo sguardo acquoso; e disse:
SCUCCHIA: Ecco la fine del mondo. Fateve vede bene, nun v'ho mai visto de giorno! V'ho sempre visto allo scuro! Che, le donne v'hanno fatto sciopero?
E rise, sdentato.
Si era rivolto a chi? A una batteria di sbragati sulle seggiolette cotte dal sole di un baretto della Marranella. Tra questi, fu Mommoletto che ribatté allo Scucchia:
MOMMOLETTO: Ancora non sei morto? Eppure m'hanno detto che il lavoro l'ammazza la gente!
Mommoletto era un bassetto, con l'occhi storti, che rideva sempre come un pupazzo. Accanto a lui, uno si fece versare da un altro, sulle mani a conca, dell'acqua minerale: e si lavò la faccia. Erano Alfredino, alto alto, nero, col naso schiacciato di un marocchino, e il Vecchietto, un teddy, elegantissimo – il vestito a puntini, la cravatta corta col nodo grande, la spilla – ancora imberbe.
La faccia d'Alfredino strofinata dalle mani era tutta luccicante d'acqua minerale.
ALFREDINO: A martire! Da' retta a 'n amico, smettela de lavorà, entra pure te nella società della Metro Goldwin Mayer! Haaam!
E, allargando la bocca come un tombino, ruggì come rugge il leone della Metro Goldwin Mayer: due, tre volte, con lo sguardo ridente nel vuoto.
SCUCCHIA: Ma chi ve lo fa fà! Ma annatevene a dormì la notte invece de annà a giocare a carte! Me parete tutti usciti dall'obitorio!
Ma ecco, vivida, la faccia di Accattone: serio, acceso, teso: si vedeva proprio che aveva in cuore una gran passione, che gli faceva vibrare lo chassì.
ACCATTONE: Ecco chi lo sa! A Scucchia, viè un pò qua, dijelo un pò te, a 'sti buffoni er fatto der poro Barbarone!
Scucchia si avvicinò, in campana: pronto a dire generosamente tutto quello che sapeva, e insieme attento a non compromettersi.
ACCATTONE: Eri presente te, l'altro ieri, quando er Barbarone ha voluto fa' quella scommessa co' lo Sceriffo e Peppe il Folle?
Scucchia s'impensierì, teso a vedere dove andava a parare.
SCUCCHIA Sì.
ACCATTONE Ha detto che lui se sarebbe magnato un chilo de pasta e 'na sporta de cachì e che dopo un quarto d'ora se faceva er bagno e nun je faceva niente?
SCUCCHIA Sì.
Accattone guardò gli altri trionfante, con un ghigno che gli spappolava la faccia.
ACCATTONE Aaaaaaaaah! No è morto pe' l'indiggestione, è morto pe' la stanchezza, quello! Quando l'aveva traversato mai fiume!
C'era una faccia grassa, lattea, sprezzante che se lo guardava: era quella di Giorgio il Secco.
GIORGIO IL SECCO Ma falla finita! A ignorante! No lo sai che quando uno ha mangiato nun se lo po' fa er bagno, more. No lo sai che la reazione dal caldo al freddo ferma tutto l'apparato digerente, se ferma la circolazione der sangue e bona notte ai sonatori!
ACCATTONE Che vòi scommette che magno pure io e traverso fiume, eh?
E per un po' non si mangiava subito pure Giorgio il Secco. Che si inumidì le labbra e abbassò gli occhi come volesse addormentarsi:
GIORGIO IL SECCO Ma vatte a istruì a microcefalo, che? Sei rimasto ancora nell'età della pietra, nun te vergogni d'esse così arretrato?
Alzandosi per metà sulla sedia Accattone allora si sfilò con rabbia uno dei due anelli che gli incrostavano d'oro la mano.
ACCATTONE Stanotte ho perso tutti i soldi, però ciò sempre er passante, da scommette! Scommetti, se ciài coraggio! Ciài tutta lingua, ciài!
La faccia di Giorgio il Secco s'indurì, diventò di pietra, con gli occhi azzurri che si rapprendevano.
GIORGIO IL SECCO Sì! Scommetto! Te vojo fa morì pure a te!
Accattone scattò dalla seggioletta, e senza aggiunger altro, attraversò la strada: Mommoletto, Alfredino, Luciano Piede d'oro, il Vecchietto e Giorgio il Secco gli andarono appresso.
Altri, ch'erano lì, se ne restarono sbragati sulle sedie, assenti, disinteressati, disgustati. Mommoletto restava un po' indietro, camminando storcinato, da pupazzo.
Accattone stava incollato con l'occhio, camminando all'occhio di Giorgio il Secco:
ACCATTONE E ricordete, oltre alla scommessa dell'anello, dopo, se je la faccio, te sputo pure in faccia!
Ma Giorgio il Secco ghignò freddamente:
GIORGIO IL SECCO Arisparampialo, 'sto fiato, che te servirà!
Da un angolo, col fagottello del mangiare in mano, comparve un ragazzetto imberbe. Assomigliava spiccicato a Accattone, biondiccio, come lui, con le sopracciglia così bionde che quasi non si distinguevano, e tutto pieno di cigolini: infatti era suo fratello Sabino. Giorgio lo prese di petto:
GIORGIO IL SECCO Aòh, viè qua! Bacia tu' fratello, che è l'ultima volta che lo vedi!
Sabino non rispose. Guardò ammusato e offeso la cricca dei compari, che, con in testa il fratello, se ne andava verso un cassone di millequattro, che sostava in un filo d'ombra. Mommoletto, ch'era sempre in coda, diede al pischello una manata:
MOMMOLETTO 'Namo, viè pure te! Viè a racoje l'ultime volontà de tu' fratello, hai visto mai che te facesse erede universale! 'Namo!
Sabino, rispose che appena lo si sentiva, rauco:
SABINO Io devo annà a lavorà!
Che? Mommoletto scappò via, scandalizzato, tappandosi le orecchie, e correndo tutto gobbo, per non vedere, per non sentire.
MOMMOLETTO Ha bestemmiato! Ha bestemmiato!
Raggiunse gli altri: tutti salirono sulla millequattro e via.
Translation - French Accattone, traduit de l'italien par Sarah Borderie
Tout brûlait. Le tendre soleil du matin de fin d'été était comme chaux ardente. Un visage cramé leva sa trogne trouée aux joues par la maigreur, le regard aqueux ; et il dit :
SCUCCHIA La voilà la fin du monde. Montrez-vous, j’vous ai jamais vus en plein jour ! Toujours dans le noir ! Quoi, les femmes ont fait grève ?
Et il rit, édenté.
Il s'était adressé à qui? À un gang de débraillés sur les pliants cuits par le soleil d'un petit bar de la Marranella. Parmi eux, c'est Mommoletto qui rétorqua à Scucchia :
MOMMOLETTO T'es pas mort, encore? Pourtant on m'a dit que le travail ça les tue les gens !
Mommoletto était un petit jeune agile, les yeux de travers, qui riait toujours comme un pantin. À côté de lui, un gars se fit verser par un autre, dans ses mains en cuvette, de l'eau minérale, et il se lava le visage. C'était Alfredino, très très grand, noir, le nez écrasé comme un marocain, et le Vecchietto, un teddy, tout élégant – l'habit à pois, la cravate courte avec un gros nœud, l'épingle – encore imberbe.
Le visage d'Alfredino frotté dans ses mains était tout scintillant d'eau minérale.
ALFREDINO Eh martyre ! Écoute un ami, arrête de travailler, entre toi aussi dans la société de la Metro Goldwin Mayer ! Haaam !
Et, ouvrant grand sa gueule comme un égout, il rugit comme le fait le lion de la Metro Goldwin Mayer : deux, trois fois, le regard riant dans le vide.
SCUCCHIA Mais comment vous faites! Mais allez donc dormir la nuit au lieu d'aller jouer aux cartes! Vous avez tous l'air de sortir de la morgue !
Mais voici, alerte, le visage d'Accattone : sérieux, allumé, tendu : on voyait bien qu'il avait une grande passion au fond du cœur, qui lui faisait vibrer le châssis.
ACCATTONE Lui il le sait! Eh Scucchia, viens ici, dis-leur un peu à ces bouffons, c'qui est arrivé à ce pauv' Barbarone !
Scucchia s'approcha, sur ses gardes : prêt à dire généreusement tout ce qu'il savait, mais soucieux de ne pas se compromettre.
ACCATTONE Tu étais là toi, avant-hier, quand Barbarone a voulu faire ce pari avec le Sceriffo et Peppe il Folle ?
Scucchia s'inquiéta, curieux de voir où il voulait en venir.
SCUCCHIA Oui.
ACCATTONE Il a dit qu'il mangeait un kilo de pâtes et une poche de kakis et qu'après un quart d'heure il allait se baigner et ça lui f'sait rien ?
SCUCCHIA Oui.
Triomphant, Accattone regarda les autres, une grimace lui écrabouillait le visage.
ACCATTONE Aaaaaaaaah ! C'est pas l'indigestion, c'est la fatigue qui l'a tué, c'lui-là ! Jamais traversé, le fleuve !
Il y avait un visage gras, laiteux, méprisant qui le regardait : celui de Giorgio il Secco.
GIORGIO IL SECCO Arrête ton char ! Eh ignorant ! Tu sais pas que quand on vient de manger on peut pas se baigner, on meurt. Tu sais pas que la réaction du chaud au froid bloque tout l'appareil digestif, la circulation du sang s’arrête, et bonne nuit les artistes !
ACCATTONE Quoi tu veux parier que je mange moi aussi et je traverse la rivière, hein ?
Peu s'en manqua qu'il ne mange tout de suite Giorgio il Secco. Qui s'humecta les lèvres et baissa les yeux comme s'il voulait s'endormir :
GIORGIO IL SECCO Mais va te renseigner eh microcervelle, quoi ? T'es resté à l’âge de la pierre, t'as pas honte d’être aussi arriéré ?
Se relevant à moitié sur sa chaise, Accattone retira alors avec rage une des deux bagues qui parsemait d'or sa main.
ACCATTONE Cette nuit j'ai perdu tout mon argent, mais j'ai toujours un anneau, à parier ! Parie, si t'as le courage ! T'as que d’la parlotte !
Le visage de Giorgio il Secco s'endurcit, devint dur comme la pierre, ses deux yeux bleus se caillaient.
GIORGIO IL SECCO Ouais ! Je parie ! J'veux te faire mourir toi aussi !
Accattone bondit de sa petite chaise, et sans rien ajouter il traversa la rue : Mommoletto, Alfredino, Luciano Piede d'oro, le Vecchietto et Giorgio il Secco le suivirent.
D'autres, qu'étaient là, restèrent affalés sur les pliants, absents, désintéressés, dégoûtés. Mommoletto restait un peu en retrait, la démarche toute décousue, comme celle d'un pantin.
Accattone avait l’œil collé tout en marchant, sous l’œil de Giorgio il Secco :
ACCATTONE Et rappelle-toi, à part le pari de la bague, après, si je m'en tire, j'te crache aussi à la figure !
Mais Giorgio il Secco grimaça froidement :
GIORGIO IL SECCO Ménage-le, ce souffle, que t'en auras besoin !
Par un coin, son paquet pour midi à la main, apparut un jeune garçon imberbe. Il ressemblait comme une goutte d'eau à Accattone, un blondinet, comme lui, les sourcils si blonds qu'on les distinguait à peine, et rempli de taches de rousseur. En effet c'était son frère Sabino. Giorgio l'interpella :
GIORGIO IL SECCO Oh, viens là ! Embrasse ton frère, c'est la dernière fois que tu le vois !
Sabino ne répondit pas. Avec une moue, offensé, il regarda la clique des compères : son frère en tête, ils se dirigeaient vers le tacot d'une 1400, garé là sous un fil d'ombre. Mommoletto, qu'était toujours le dernier, ficha une tape au gamin :
MOMMOLETTO Allez, viens toi aussi ! Viens recueillir les dernières volontés de ton frère, t'imagines s'il te fait légataire universel ! Allez !
Sabino répondit, qu'à peine on l'entendait, rauque :
SABINO Moi j'dois aller travailler !
Quoi ? Mommoletto détala, scandalisé, se bouchant les oreilles, en courant tout voûté, pour ne pas voir, ne pas entendre.
MOMMOLETTO Blasphème! Blasphème !
Il rejoignit les autres : ils montèrent tous sur la 1400 et allez.
Italian to French: Thèse doctorale en anthropologie General field: Social Sciences Detailed field: Anthropology
Source text - Italian
Una simile opinione in materia di generazione naturale si spiega in parte con l'idea che i pensieri si comportino come principi attivi rispetto al corpo in costruzione e che, dunque, siano essi ad indurre una trasformazione (primariamente nel corpo dei genitori e dopo in quello del nascituro), piuttosto che subirla. Certo, tale teoria ha anche lo scopo di spiegare l'insorgere del desiderio sessuale ed i meccanismi fisiologici ad esso connessi, tuttavia sembra avere anche un'altra giustificazione, che risiede con tutta probabilità nella concezione dell'embriogenesi come un processo costruttivo. Le ragioni indiscutibili del fatto che i pensieri influiscono direttamente sull'equilibrio fisiologico dell'organismo, alterandolo, si evince dagli effetti che provocano nelle sembianze degli infanti. È diffusa, infatti, la convinzione che un grande dispiacere o la notizia di un lutto potrebbero conferire al nascituro dei folti capelli di un colore castano chiaro, considerato un segno di bruttezza, o far assumere alla pelle una colorazione innaturale. Gli eccessi di collera favorirebbero la crescita delle unghie delle mani, rendendo il momento del parto un'esperienza estremamente dolorosa per la futura madre. La causa di dette sembianze risiede infatti nella forza della volontà femminile, e quindi nel pensiero, che avrebbe la capacità di imprimere un movimento al sangue contenuto nell'utero tale da favorire la formazione nel nascituro di alcune caratteristiche desiderate o, in alcuni casi, indesiderate. Tale teoria, quindi, escluderebbe la possibilità di una genesi unitaria delle caratteristiche fisiche e morali, riconoscendo all'ereditarietà soltanto un ruolo margine nei processi di trasmissione umana, i quali, pur senza negare la funzione determinante dall'apporto genitoriale, sarebbero dotati fin dal principio di una specifica permeabilità che verrà conservata durante tutto il processo di sviluppo embrionale. Ciò che fa sì che la donna non venga ingravidata dopo ogni rapporto avuto con uomo, ma solo quando le condizioni per il concepimento sono favorevoli, si possono quindi rintracciare nell'effetto che i pensieri esercitano sul corpo rendendolo adatto a generare.
Translation - French
Une telle opinion dans le domaine de la génération naturelle s'explique en partie par l'idée que les pensées se comportent comme des principes actifs influençant le corps en construction. Ce sont donc les pensées qui induisent une transformation (au premier abord, dans les corps des parents ; par la suite, dans celui du sujet qui va naître), plutôt qu'elles ne la subissent. Il est évident que cette théorie a également la fonction d'expliquer la naissance du désir sexuel et les mécanismes physiologiques qui y sont liés ; cependant il semble qu'elle trouve un autre fondement dans ce qui se situe avec toute probabilité dans la conception de l'embryogenèse comme processus constructif. Les pensées influencent directement, en l'altérant, l'équilibre physiologique de l'organisme : l'incontestabilité de ce fait provient des effets laissés sur les traits de l'enfant. En effet, une conviction très répandue veut qu'une grande peine ou la nouvelle d'un deuil peut doter le sujet qui va naître de cheveux épais et châtain clair – cette couleur étant considérée un signe de laideur – ou encore une coloration non naturelle de la peau. Les excès de colère de la future mère favoriseraient la croissance des ongles des mains, rendant ainsi l'accouchement une expérience très douloureuse. Ces traits sont en effet déterminés par la force de la volonté féminine et donc par la pensée, qui aurait la capacité d'influencer un mouvement du sang contenu dans l'utérus de manière à favoriser lors de la formation du sujet qui va naître certaines caractéristiques désirées ou non.
Cette théorie exclurait de fait la possibilité d'une genèse unitaire des caractéristiques physiques et morales en ne reconnaissant à l'hérédité qu'un rôle marginal dans les processus de transmission humaine. Ces derniers, même sans nier l’apport fondamental des parents, seraient dotés dès le début d'une perméabilité spécifique qui serait conservée lors de tout le processus de développement embryonnaire. La raison pour laquelle la femme ne tombe pas enceinte suite à chaque rapport avec un homme mais seulement lorsque les conditions pour la conception sont favorables peut se trouver dans l'incidence des pensées sur le corps, qui le rendent apte à générer.
Italian to French: projetto nim no' jib' bal
Source text - Italian UN’INTRODUZIONE ALLE TEMATICHE.
La salute mentale
Gli indigeni Maya del Guatemala, sono un popolo che con straordinaria tenacia e creatività ha lottato per preservare la propria cultura ancestrale, dal potenziale erosivo dell’interminabile sequenza di traumi storici che ha subito. Una storia condizionata dall’esposizione alla violenza, iniziata con l’assoggettamento e l’evangelizzazione durante la conquista, e proseguita con lo sfruttamento schiavista e la discriminazione razziale dell’epoca coloniale e repubblicana.
Tra il 1944 e il ’54 il tentativo di democratizzare lo stato Guatemalteco da parte delle forze sociali urbane e ladine che appoggiarono “la rivoluzione democratica”, converge con le aspirazione al riscatto sociale degli indigeni (riforma agraria e abolizione del lavoro forzato). Ma questa fase di cambiamento viene stroncata dalla repressione delle oligarchie reazionarie, appoggiate dagli Stati Uniti, innescando un brutale conflitto armato interno che durerà 36 anni. La violenza dell’Esercito e dei gruppi paramilitari ha mietuto 200mila vite, di cui l’83% appartenete alla popolazione indigena. Le reti sociali delle comunità maya sono state gravemente deteriorate dalla strategia militare del arruolamento forzato delle comunità indigene, che vennero indottrinate e obbligate a combattere contro altre comunità, spesso amiche o imparentate, perché legate alla guerriglia, o sospettate di esserlo. Le atrocità delle campagne di terrore e atomizzazione sociale messe in atto dall’Esercito, sono traumi vividi nella memoria storica della popolazione indigena sopravvissuta.
Attualmente, dopo 15 anni dalla firma degli accordi di pace (1996), il processo di “riconciliazione nazionale” non ha prodotto alcun risarcimento politico, morale o materiale per la popolazione vittima del conflitto. Inoltre, la violenza contro la popolazione indigena continua a manifestarsi nel contesto democratico attuale, attraverso il marcato razzismo che caratterizza la società e le istituzioni, con una stratificazione sociale in cui gli indigeni presentano i peggiori indicatori di povertà e sviluppo umano, e con il saccheggio dei loro territori da parte del settore agro-esportatore e minerario.
È tuttora impossibile quantificare la domanda di assistenza psicosociale che questi processi e traumi storici hanno generato nella popolazione. La società indigena post-conflitto, estraniata dalle sue norme e valori di convivenza tradizionali, ha assimilato la violenza e la replica nella cultura politica, nelle dinamiche organizzative e comunitarie, nelle relazioni interfamiliari, intergenerazionali e di genere, manifestando un disagio sociale diffuso.
Di fronte a queste problematiche i servizi di assistenza psicosociale del Ministero di Sanità e del Programma Nazionale di Risarcimento sono sottodimensionati rispetto alla domanda, e il modello psichiatrico occidentale che adottano li rende assolutamente inappropriati alla cultura della popolazione indigena. Il paradigma medico Maya, infatti, riconduce la salute mentale a una molteplicità di fattori (culturali, spirituali, sociali e storici) che la psichiatria convenzionale trascura, e utilizza percorsi terapeutici rituali agendo su un universo simbolico ancestrale che la psicoterapia occidentale non può né comprendere né gestire.
Per stimolare risposte endogene, culturalmente pertinenti e sostenibili alla domanda di assistenza in salute mentale da parte della popolazione indigena, dal 1999 Médicos Descalzos Chinique promuove il rafforzamento delle reti di Ajq’ijab (Guide Spirituali), al fine di recuperare i saperi e le pratiche del sistema medico maya per preservare e ristabilire il benessere psicologico dell’individuo e della comunità.
Il traguardo di maggiore rilievo raggiunto dall’associazione è l’identificazione dei principali disagi psicologici nella popolazioni indigena, secondo la classificazione utilizzata dagli Ajq’ijab. Non sorprende come le “sindromi culturali“ identificate siano fortemente collegate ai vissuti più comuni della popolazione indigena: esempi significativi sono il Xibrikil, un disagio che può portare fino alla morte, provocato da eventi traumatici che generano la perdita di spirito (jaleb), e il Muqu’n che deriva dalla trasgressione di norme culturali che regolano la relazioni con la comunità, con gli antenati e con la natura.
A parte l’interesse antropologico delle informazioni ottenute, i risvolti pratici di questo lungo processo di investigazione, cominciano a concretizzarsi recentemente, dopo 10 anni di lavoro incessante. Tra le novità più incoraggianti, dal 2010 Médicos Descalzos Chinique gestisce un percorso di integrazione tra gli Ajq’ijab e gli Psichiatri del’Ospedale Nazionale di Salute Mentale, unico ospedale psichiatrico del paese. Grazie questa breccia aperta nella trincea che divide i due sistemi medici, alcuni pazienti indigeni internati stanno riscontrando un significativo miglioramento, dovuto all’accompagnamento dei terapeuti tradizionali che con loro condividono la lingua, la cultura e la storia di un popolo.
In base alle informazioni sistematizzate in questo lungo percorso, l’associazione propone ai partecipanti l’approfondimento delle seguenti tematiche inerenti alla salute mentale:
Translation - French INTRODUCTION AUX THEMES ABORDES.
La santé mentale
Les indigènes Maya du Guatemala sont un peuple qui a lutté avec une incroyable ténacité et créativité pour préserver leur culture ancestrale, malgré les traumatismes historiques subis. Une histoire marquée par l’exposition constante à la violence. Violence qui commença par l’assujettissement et l’évangélisation pendant la Conquista/conquête, continuée par l’esclavage et la discrimination raciale de l’époque coloniale et républicaine.
Entre 1944 et 1954 les forces sociales urbaines et ladines appuyèrent la « Révolution démocratique » dans le but de démocratiser l’état guatémaltèque. Ces tentatives convergèrent vers le désir/nécessité de revanche sociale des indigènes ( Réforme agraire et abolition du travail forcé). Toutefois cette phase de transformations fut réprimée par les oligarchies réactionnaires, épaulées par les Etats Unis d’Amérique, donnant naissance à un conflit armé interne qui dura 36 ans. La violence de l’Armée et des groupes paramilitaires a ruiné 200 mille vies, parmi lesquelles 83% de la population indigène. Les stratégies militaires d’enrôlement forcé des communautés indigènes, endoctrinées et obligées à combattre contre d’autres communautés, souvent amies ou parentes (sous accusation d’être liées à la guérilla ou suspectées de l’être) affaiblirent fortement le réseau social de la communauté Maya toute entière. Les atrocités des campagnes de la terreur et l’atomisation sociale sont encore traumatismes vivants dans la mémoire historique de la population indigène qui a survécu.
Actuellement, 15 ans après la signature des accords de paix (1996), le processus de « réconciliation nationale » n’a abouti à aucune réparation politique, morale ou matérielle pour la population victime du conflit. Qui plus est, la violence contre la population indigène continue à se manifester au sein du contexte démocratique actuel, à travers un racisme marqué qui caractérise la société et les institutions, une stratification sociale dans laquelle les indigènes présentent les pires indices de pauvreté et de développement humain, et le pillage de leurs terres de la part du secteur agraire et minéral exportateur.
Aujourd’hui encore il est impossible de quantifier la demande de soutien psycho-social que ces processus et ces traumatismes ont engendré auprès de la population locale. La société indigène de l’après-conflit s’est fortement éloignée de ses normes et de ses valeurs traditionnelles de vie en commun, elle a assimilé des mécanismes de violence et de vengeance dans la culture politique, dans les processus d’organisation et communautaires, dans les relations entre les familles, intergénérationnelles et de genre, manifestant ainsi un malaise social diffus.
Face à ces problématiques, les services d’assistance psycho-sociale du Ministère de la Santé et du Programme National de Dédommagements restent inférieurs à la demande, et le modèle psychiatrique occidental adopté est complètement inapproprié à la culture de la population indigène. En effet Le paradigme médical Maya reconduit la santé mentale à de multiples facteurs (culturels, spirituels, sociaux et historiques), que la psychiatrie institutionnelle néglige. De plus il utilise un parcours thérapeutique sous forme de rituels, agissant ainsi sur un univers symbolique ancestral que la psychothérapie occidentale ne peut ni comprendre ni gérer.
Pour stimuler des réponses endogènes, culturellement pertinentes et soutenables à cette demande d’assistance de la part de la population indigène, depuis 1999 Médicos Descalzos Chinique se fait promoteur du renforcement des réseaux des Ajq’ijab (Guides spirituels), dans le but de récupérer les savoirs et pratiques du système médical maya et préserver, rétablir le bien-être psychologique de l’individu comme de la communauté.
L’objectif le plus important qu’a atteint l’association est l’identification des principaux malaises psychologiques de la population indigène, selon une classification utilisée par les Ajq’ijab. Cette dernière rend évident le fait que les « syndromes culturels » identifiés sont étroitement liés au vécu plus commun de la population indigène : un exemple significatif est le Xibricil, un malaise qui peut aller jusqu’à la mort de l’individu, il est provoqué par des évènements traumatisants qui amènent à la perte de l’esprit (jaleb). Le Muqu’n quant à lui dérive de la transgression des normes culturelles qui régulent les relations à la communauté, aux ancêtres et à la nature.
En plus de l’intérêt anthropologique des résultats obtenus, les revers pratiques de ce long processus de recherches commencent juste à se concrétiser, après 10 ans de travail incessant. Parmi les innovations les plus encourageantes, depuis 2010 Médicos Descalzos Chinique encadre un parcours d’intégration entre les Ajq’ijab et les psychiatres de l’Hôpital National de Santé Mentale, le seul hôpital psychiatrique du pays. Grace à ce pont construit sur l’abime qui sépare les deux systèmes médicaux, quelques patients internés à l’hôpital ont montré une amélioration significative après avoir été accompagnés par des thérapeutes traditionnels, en effet ces derniers partagent avec les patients une langue, une culture et l’histoire d’un peuple.
En fonction des informations recueillies durant ce long parcours, l’association propose aux participants du cours une étude approfondie, autour de la santé mentale, des thèmes suivants :
Italian to French: lettera di motivazione
Source text - Italian Il presente progetto si propone di continuare il lavoro già avviato nei mesi scorsi nella cuenca del rio Chambira e di approfondire i dati in mio possesso, attraverso la raccolta di nuovi materiali di ricerca provenienti da un più lungo periodo di lavoro sul campo. Sono intervenuto sulla struttura del progetto originale e ho apportato alcune modifiche agli obiettivi, mentre ho provveduto a una descrizione più accurata e conforme all'esperienza di ricerca degli strumenti metododogici. Durante la mia ricerca sul campo è stato possibile approfondire la conoscenza dello sciamanismo urarina e di alcune sue pratiche. Credo che il tema occupi non solo una posizione centrale nella comprensione dei rituali legati al ciclo di vita, ma che possa risultare essenziale per descrivere le trasformazioni in atto nel popolo Urarina.
Ho cercato di approfondire la relazione che l'anziano-sciamano costruisce con gli altri membri della comunità e come contribuisca alla gestione dei rapporti con la realtà amazzonica "esterna". Per i miei anfitrioni urarina le pratiche e i discorsi legati allo sciamanismo hanno una grande importanza che si riflette sulla vita quotidiana di tutta la comunità, coinvolgendo tutti i suoi membri. L'esperienza sul campo mi ha permesso di raccogliere un maggiore numero di dati, spingendomi a formulare nuove e più circostanziate domande, che però necessitano di un periodo di lavoro più ampio e di nuovo materiale etnografico.
Translation - French Le présent projet se propose de continuer le travail entrepris lors de ces derniers mois dans la cuenca du rio Chambira, et d’approfondir les données en ma possession, à travers la collecte de nouveaux matériaux lors d’une plus longue recherche de terrain. Sur la base du projet initial, j’ai apporté quelques modifications aux objectifs, tout en soignant la description des instruments méthodologiques, conformément à l’expérience de recherche effectuée. Pendant le travail sur le terrain j’ai eu l’occasion d’enrichir ma connaissance du chamanisme urarina et de quelques-unes de ses pratiques. Je reste convaincu que ce thème occupe non seulement une position centrale dans la compréhension des rituels liés au cycle de la vie, mais aussi qu’il est essentiel à la description des transformations en cours au sein de la communauté Urarina.
J’ai essayé d’approfondir la relation que l’ancien-chamane instaure avec les autres membres de la communauté et combien cette figure contribue à la gestion des rapports avec les réalités amazoniennes "externes". Aux yeux de mes amphitryons urarina, les pratiques et les discours liés au chamanisme sont d’une importance majeure et se reflètent sur la vie quotidienne de toute la communauté, en impliquant tous ses membres. L’expérience sur le terrain m’a permis de recueillir d’ultérieures informations, m’incitant à formuler de nouvelles problématiques plus appropriées, qui cependant ont besoin d’une période de travail plus longue et de nouveaux matériaux ethnographiques
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Master's degree - Université Aix Marseille
Experience
Years of experience: 16. Registered at ProZ.com: Oct 2011.
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Bio
Jeune traductrice freelance de langue maternelle française, j'ai vécu dix ans en Italie où j'ai effectué une partie de mes études et travaillé dans divers domaines.
Après plusieurs expériences dans la traduction, le sous-titrage et l'interprétariat depuis 2008, je tente aujourd'hui de me spécialiser dans la traduction en Sciences humaines et sociales.
Ayant étudié la traduction littéraire en master en France, je suis particulièrement attentive lors de la traduction au rythme, au ton et à la visée du texte. Je garantis un travail de précision, d'excellentes capacités rédactionnelles et une grande disponibilité en matière de collaboration avec le client, ainsi qu'un strict respect des échéances.
Giovane traduttrice freelance madrelingua francese, ho vissuto dieci anni in Italia dove ho concluso parte dei miei studi e lavorato in diversi ambiti.
Dopo alcune esperienze in traduzione, sottotitolaggio e interpretariato dal 2008, cerco oggi di specializzarmi nella traduzione in Scienze sociali / umanistiche, il mio campo di predilezione.
Avendo studiato traduzione letteraria durante la specialistica effettuata in Francia, sono particolarmente attenta, in traduzione, al ritmo, al tono e intento del testo. Garantisco un lavoro di precisione, ho delle ottime capacità redazionali in francese, e grande disponibilità nel collaborare col cliente, nonché rispetto assoluto delle deadline.
Keywords: italian, french, social sciences, translation, interpreting, litterary, editing.