Glossary entry (derived from question below)
Italian term or phrase:
che questa non sia la volta buona!
Italian answer:
(non) sia la volta buona
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Italian term
che questa non sia la volta buona!
4 +8 | (non) sia la volta buona |
Danila Moro
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Dec 30, 2012 10:23: Emanuela Galdelli changed "Term asked" from "che questa non sia la volta buona ! " to "che questa non sia la volta buona!"
Non-PRO (1): Luca Tutino
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How to tell the difference between "easy" and "pro" questions:
An easy question is one that any bilingual person would be able to answer correctly. (Or in the case of monolingual questions, an easy question is one that any native speaker of the language would be able to answer correctly.)
A pro question is anything else... in other words, any question that requires knowledge or skills that are specialized (even slightly).
Another way to think of the difficulty levels is this: an easy question is one that deals with everyday conversation. A pro question is anything else.
When deciding between easy and pro, err on the side of pro. Most questions will be pro.
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Responses
(non) sia la volta buona
"Chissà che questa volta non riesca a vincere al lotto!" E' un modo tipico di dire, usando la negazione in modo, per così dire, pleonastico, ma non vi è alcun significato negativo della frase, mi sto chiedendo e augurando di vincere.
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Note added at 33 min (2012-12-30 10:41:43 GMT)
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guarda l'uso dell'espressione in rete, e ti convincerai che il senso è positivo.
Due esempi a caso, tra i 527.000:
Prima di comporre il numero di telefono incroci le dita. Qui non ho mai provato, pensi, chissà che non sia la volta buona. Vorrei prenotare un tavolo per quattro, c’è posto?
http://www.targatocn.it/2012/10/24/sommario/speciale-estate/...
Chissà che non sia la volta buona. Ci hanno declassato la stazione ed abbiamo fatto spalluccia, ci hanno tolto il teatro e non ce ne siamo accorti, ci hanno tolto la cassa di risparmio e ci siamo raccontati che non è successo niente, ci hanno affossato la logistica ed abbiamo fatto la gioia degli ambientalisti, mentre abbiamo incentivato l’indifferenza della città. Magari adesso è la volta buona!
http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?GID=14&D...
Grazie |
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Nicola (Mr.) Nobili
: Vedi commenti sopra... Lo stesso utente ha chiesto aiuto su un'altra frase dello stesso testo. Era estremamente ironica e piena di giochi di parole. Secondo me è tutto pervaso da ironia. Io, comunque, non uso quel "NON", che a livello logico è un errore
6 mins
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il "non" non è un errore, in google ci sono 527.000 record per "chissà che non sia la volta buona". Il fatto che altrove ci sia ironia, non implica che sia presente anche qui, da queste parole non traspare alcun senso ironico.
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Assiolo
: Vuol dire "probabilmente questa sarà la volta buona". In effetti, "no" in questi casi si usa come una sorta di rafforzativo.
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grazie del tuo intervento! e buon anno :)
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Angie Garbarino
: sì è a volte usato come rafforzativo e qui indica, "spero che questa sia la volta buona"
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grazie Angie! Buon inizio!
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P.L.F. Persio
: o, come diceva il grande Nino Manfredi: "Fusse ca fusse la vorta bbona!". Buon anno, cara!
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ehhhh! grazie cara :) e tanti auguri anche a te "lassù" (o quaggiù se sei "in zona" per l'occasione...)
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Magda Falcone
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grazie Magda e auguroni!
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texjax DDS PhD
: Nessuna aberrazione
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grazie! :)
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luskie
: è vero, si usa così e suppongo sia del tutto corretto, ma anche a me l'illogicità della cosa ha dato sempre un gran fastidio (che è poi proprio la ragione per cui ho aperto questo kudoz!) - già che ci siamo, buon 2013!
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grazie luskie, anche a te! (quante illogicità nella lingua e soprattutto altrove... ;)
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Prawi
: per me è assolutamente corretto, è solo pleonastico ma si usa
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grazie!
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Luca Tutino
: è semplicemente un uso fraseologico dell'avverbio "non", regolarmente associato alle interrogative retoriche, di cui quelle associate alla locuzione "chissà" sono solitamente un caso particolare
2 days 14 hrs
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grazie della spiegazione :)
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Discussion
La tua osservazione sulla frase implicita non riesco a trovarla. La regola sulla supremazia dell'infinitiva immagino che sia un'insegnamento dei tuoi maestri. In un racconto o resoconto "...e penso che ho fame" non è affatto equivalente alla tua infinitiva. Quanto alla francamente ridicola pretesa di indicare come un errore l'uso fraseologico del "non" di cui è piena tutta la migliore letteratura italiana, ti invito a dare un'occhiata al capitolo XII "L'avverbio" della grammatica di Luca Serianni e in particolare al par. 51, dove l'interrogativa retorica è tra i casi di scuola.
Che c'entra una ballata? (Che peraltro non conosco). Non stiamo parlando di testi poetici, dove la grammatica è giustamente piegata ad altre considerazioni.
Poi fai l'esempio, secondo me azzeccato come i cavoli a merenda: "tornato a casa penso che ho fame e sono stanco". Secondo te è un caso analogo a "penso che è bello", che tu hai detto essere "corretto" quando NON lo è (no, no e poi no! E tutto quello che potrai dire non lo renderà corretto, e non ti fa onore).
Peraltro, opportunamente hai omesso la mia osservazione: qui sarebbe meglio una frase implicita, dato che c'è identità di soggetto: "tornato a casa, penso di avere fame e di essere stanco".
"Penso che è bello" è un ERRORE. Punto. Qui "pensare" significa "avere un'opinione", quindi si usa il congiuntivo. Punto.
"Penso che ho fame", per quanto peggio di "penso di avere fame", è corretto perché qui "pensare" significa "mi accorgo" o simili. Non ci vuole troppo per capirlo...
Naturalmente se il verbo pensare viene usato per presentare qualcosa di soggettivo o incerto si deve usare il congiuntivo. Ma non è sempre così! In sostanza in tutti i casi in cui è necessario esprimere l'assoluta certezza di ciò che si pensa il congiuntivo è in realtà bandito. E poi ci sono anche casi intermedi, in cui si può o si deve sottolineare più la certezza che l'incertezza... Tanti insegnanti, specialmente nelle prime classi scolastiche, insegnano regolette che in realtà sono grossolane semplificazioni. Ma un professionista che fa della lingua il suo mestiere non può basarsi ciecamente su di esse. Eleggerle a dogma assoluto è una sciocchezza.
Se poi vogliamo fare deliberatamente degli errori, magari per motivi espressivi o per riprodurre la parlata di incolti, d'accordo. Ma l'idea che sia "corretto" o che l'uso dell'indicativo o del congiuntivo in questi casi dipenda dalla "sfumatura" è semplicemente SBAGLIATA. Proprio non si giustifica.
Io peraltro insegno l'italiano agli studenti, se mi facessero esempi del genere non esiterei a correggerli. La nostra lingua è l'ITALIANO, non lo spagnolo o l'inglese o altre lingue che hanno altre regole.
Dopo "penso che" si utilizza il congiuntivo. Non l'indicativo. Tutt'al più si usa "penso + l'infinito" quando c'è identità di soggetto ("penso di dover andare a dormire" è molto meglio di "penso che devo andare a dormire", possibile che tu non l'abbia suggerita come ipotesi?).
Il resto, scusate, è sciatteria. Accettazione bieca della degenerazione linguistica in atto. Un mio insegnante la chiamava, con termine molto espressivo, "calabraghe".
Scusate, discutiamo finché vogliamo sull'oggetto, ma queste osservazioni sul congiuntivo son sciocchezze
"Penso che devo andare a dormire"
"E ora? Dimmi cosa stai pensando."
"Penso che certi traduttori hanno sbagliato mestiere"
"E invece cosa pensi del cielo stellato?
"Penso che è bello"
Tutti indicativi perfettamente corretti. Nella seconda e nella terza risposta il congiuntivo sarebbe anch'esso corretto (con sfumatura di significato leggermente diversa) ma sarebbe un errore nella prima. Leggere simili commenti mi fa cascare le braccia. Scusate il lungo OT.
Non credo tra l'altro che un italiano medio dica "ho affatto caldo" e intenda che ha freddo.
Ecco, visto che io l'ho sentito, e spesso, mi chiedo se parliamo la stessa lingua... Quando poi sento:
"Penso che è bello" è accettabile nella lingua parlata
Perdonatemi, ma rabbrividisco. No, no, no e poi ancora no! Non è per nulla accettabile! Si tratta di un orrore, oltre che di un errore, che DEVE essere stigmatizzato.
Ciò detto, secondo me il "non" nella frase in oggetto rimane brutto, errato e inutile (si capisce benissimo anche senza e su Google c'è un numero esattamente analogo di occorrenze). Ciò a prescindere dal fatto che mi fossi sbagliato nell'interpretazione.
Capisco tuttavia il fastidio che si prova nel vedere per iscritto, ormai ovunque, espressioni colloquiali sciatte, "solecismi pedestri", idiotismi, il tutto condito dalla più strafottente, pervicace e beata ignoranza delle regole dell'ortografia che impera sui più svariati blog e forum (non ultimo, quello italiano di ProZ, che di tante "perle" ci ha fatto dono anche quest'anno...).
Concordo dunque con la spiegazione di Danila, ma condivido anche le perplessità di Nicola. Non ho controllato che cosa dica a riguardo il forum dell'Accademia della Crusca, che mi risolve continuamente diversi dubbi, ma prima o poi lo farò. Se qualcuno ne sa qualcosa, ce ne renda partecipi.
Un buon anno di buon italiano a tutti!
Facciamo qualche esempio. Oggi molti dicono "affatto" in senso negativo ("per nulla"), mentre "affatto" significa "del tutto", in senso negativo occorre dire "niente affatto" o "non affatto".
Mi era capitato anni fa di fare una revisione di una traduzione in italiano. La mia collega, spagnola, che gestiva il progetto mi aveva chiesto proprio perché dopo "chissà che" c'era una negazione; lei capiva molto bene l'italiano, ma equivocava il significato, PROPRIO perché non c'è logica nell'uso di quel "non".
Ribadisco: per me è un errore di grammatica. Ed è anche un errore di logica. Ed è orribile. Che poi ci sia tanta gente che lo usi e bisogni capirlo, è un'altra faccenda. C'è anche tanta gente che dice: "Penso che è bello", ma non per questo lo considero corretto.
Per inciso, confrontate:
"Chissà SE questa sia/sarà la volta buona"
Con "chissà se" nessuno metterebbe la negazione, giusto? E allora perché metterla dopo "che"? Secondo me resta un orrore, poi, per carità, se uno la usa, dobbiamo capire che cosa dice...
A me continua a sembrare una formulazione infelice, ma il significato sembra diverso da come l'avevo inteso. Peraltro, purtroppo pullulano le infelici espressioni "da forum telematico" per tutta la pagina, comprese traslitterazioni incorrette dal russo... Vabbè, in questi casi conta capire che cosa intende dire, non giudicare lo stile di chi scrive.
Scusate, avevo frainteso.